Una delle primissime domande che qualcuno fa quando si parla di poliamore in maniera più tecnicistica è:
“Ma quindi le persone poliamorose possono stare solo con altre persone poliamorose?”
La risposta è no. E da qui, ulteriore sgomento.
Com’è possibile che una persona monogama possa avere una relazione con una persona poliamorosa? Funziona?
La verità? Dipende. Di certo, facile non lo è, anzi, è una cosa difficile, pesante, asfissiante. Ma andiamo con ordine.
Prima di tutto, bisogna imparare a saper distinguere l’essere dal volere.
Essere persone monogame non significa necessariamente volere una relazione monogama con una persona monogama. E questo già è un grande passo nella decostruzione di sé. Ci hanno educatə all’idea che se noi siamo qualcosa vuol dire che noi vogliamo quella stessa cosa. Dire di essere monogam3 indica quello che siamo, non ciò che vogliamo. Nella mononormatività tutto questo è dato per scontato, per questo è difficile distinguere questi due lati di noi stess3.
Da questo punto di vista, è difficile immaginare una relazione mono-poly perché siamo abituat3 a vedere i rapporti come un’equazione paritaria: io dò 100, quindi mi aspetto che tu mi dia 100. Non ci rendiamo conto che il valore che diamo a quel 100 riguarda le nostre aspettative, i nostri standard, la nostra pretesa. Non c’è nulla di male a non voler stare con qualcuno che non ci dà quello che vogliamo, sia chiaro, ma il punto è che non è colpa sua. Quella persona non ci doveva nulla, così come noi non dobbiamo nulla di più di quello che possiamo e desideriamo dare (ovviamente, qui si parla al di là di ciò che è il minino di rispetto e di aiuto base che si dà a qualcuno a cui si vuol bene, non rigirate le parole a vostro piacimento, please).
E soprattutto, nelle relazioni mono-poly, persona monogama è vista con un’aria di compatimento. Poverinə, chissà quanto lə ama per sopportare che lə partner vada con altre persone. Poverinə. E, che ci crediate o no, questo è uno dei motivi per cui siamo noi poly a non voler intraprendere dei rapporti con le persone monogame: abbiamo già abbastanza discriminazione all’interno di ogni ambiente, queer o no, ci manca solo doverci difendere dall3 amic3 dellə nostrə partner perché ci vedono come coləi che ha manipolatə lə loro amicə. No, grazie.
Secondo punto: noi poly non siamo in alcun modo obbligat3 ad educare una persona monogama che vuole intraprendere qualunque tipi di relazione intima e/o fisica con noi.
Ed è questo uno dei primi ostacoli, oserei dire il più grande, del rapporto mono-poly. Non appena facciamo coming out, ci sentiamo in dovere di fare divulgazione sulle non monogami. E per una persona come me, che ha scoperto il poliamore su Internet e che solo di recente ha intrapreso conoscenze reali con altre persone poly, fare divulgazione era diventata una necessità. Io vivo circondata da persone monogame, che mi supportano e mi vogliono bene, ma sono sempre monogame. Ed è difficile. Non per colpa di nessuno nello specifico. E’ solo che molto spesso mi sento sola. Il problema è che poi mi sento sola anche nella comunità poly, soprattutto quando mi sento dire che la soluzione è frequentare le persone poly come me e finirla qui se è tanto difficile frequentare una persona monogama, perché l3 monogam3 non ci capiscono ecc. Come se la mia attrazione la potessi controllare, come se potessi bilanciare il mio interesse. No, non è così semplice, e quello che mi fa arrabbiare della narrazione comune è che l’ostacolo rimango sempre e comunque io, la poliamorosa, quella strana, quella che esce dagli schemi e costringe le persone a dover accettare le mie condizioni (come se essere poliamorosa fosse una condizione negoziabile, mai la monogamia). Ancor peggio, quando le persone cercano di difendere la mia posizione con la tesi che in fondo siamo tutt3 poliamorosi. Mi sento sempre come una pedina che le persone spostano a seconda di come fa comodo loro. E io rimango inerme, senza sapere come fare, senza aver nessuno che mi dice: “Tranquilla, ci sono passatə anche io, lo so che è difficile”.
Perché oltre a tutto questo, noi poly affrontiamo ogni giorno la eteroamatoallomononormatività, non solo fuori, ma anche dentro di noi e all’interno della nostra stessa comunità. Perché non tutt3 l3 poly sono transfemministi e intersezionali. Non tutt3 vivono in luoghi in cui possono conoscere altre persone poly. Ma soprattutto: ognuno di noi ha relazioni complicate con persone che hanno polifobia interiorizzata ma a cui vogliono bene.
Sì, l’ho detto. E so che probabilmente molt3 di voi mi guarderanno storto. Ma è così. Le relazioni non sono o bianche o nere, e noi poly lo sappiamo bene. E io non voglio costruire muri, a costo di piangere più delle altre persone. Perché sì, ci sono persone che non vengono accettate, alcune vengono aggredite, ed è giusto rispondere con tutta la rabbia possibile, bisogna proteggere queste persone e dar loro un posto sicuro e allontanare le persone violente e fobiche.
Ma ci sono anche tante realtà in cui non è o solo accettazione o solo polifobia, insieme a tante altre fobie: ci sono realtà in cui ci sono alti e bassi. E sono stanca di sentirmi dire che cosa dovrei fare. Che cosa dovrei dire. Che cosa dovrebbe piacermi, chi dovrebbe attrarmi. Sono stanca.
Non voglio neanche compassione, perché non mi interessa cercare consolazioni, non mi sento una vittima e manco voglio sentirmici. Voglio essere poly ed essere considerata una persona come tante. Voglio sbagliare e voglio che mi lasci la libertà di essere attratta anche e spesso da persone monogame che non ci capiranno un cazzo.
Le relazioni mono-poly sono difficili perché ci si scontra. Si entra in un conflitto in cui il poliamore non c’entra proprio nulla. Semplicemente, come il vaso di Pandora, il poliamore rivela tutto quello che diamo per scontato, quello “schifo” che abbiamo sempre romanticizzato, e quello di cui non ci siamo mai volut3 prendere cura. Ma questo è a prescindere dall’essere poly. E’ chiaro che, a rigor di numeri, le persone monogame solo la maggioranza a non aver mai fatto i conti con loro stess3. Ma intraprendere la decostruzione politico-spirituale che il patriarcato eterocisamatoallomononormato ci costringe a fare, non riguarda il nostro orientamento relazionale. Il poliamore di certo ti dà una bella spinta, ma non può fare tutto il lavoro. Per quello c’è bisogno di altro, e parte dal momento in cui siamo pront3. Per questo le relazioni mono-poly funzionano se e solo se entrambe le parti, anche in maniera imperfetta, hanno iniziato un processo di decostruzione che va al di là di chi sono e cosa vogliono a livello relazionale.
Per questo abbiamo bisogno di parlare in termini di storie. Per questo ho creato questa newsletter. Voglio raccontare ciò che accade dentro di me. Ed è un casino. Io spesso mi sento asfissiata dal mio essere poly intorno a persone monogame. Perché c’è chi ha frainteso qualcosa, c’è chi si sforza ma non avendo appunto decostruito, non riesce ad empatizzare, c’è chi non lo reputa valido a priori. E nelle mie relazioni mono-poly, spesso mi sento privata della mia libertà, faccio fatica a volermi aprire nonostante tutto. Ma non solo perché sono poly, ma perché sono stata una donna monogama addestrata a prendermi cura della reputazione altrui e dei sentimenti altrui prima che ai miei. E ho ancora così tanto da decostruire.
Per questo continuerò a dire che il poliamore è stato il mio primo e vero insegnante nella decostruzione del patriarcato.
Parlare di questo, vivere questo, ti fa capire che non si può parlare solo con la rabbia, se non è seguita anche dal prendersi cura. E non sempre si hanno le forze, né per l’una né per l’altra.
E va bene così.
Parola del giorno: COPPIA APERTA
Tipo di rapporto non monogamo in cui c’è l’esclusività sentimentale ma non sessuale. Chi decide di intraprendere questo tipo di relazione dunque concede la libertà all* partner di avere rapporti sessuali con altre persone, senza però il coinvolgimento sentimentale